Sotto i nostri occhi, arsa dal sole cocente, una distesa di sabbia si protrae come a tendere all’infinito, questo è il Grande Vuoto.
Il deserto del Rub’al-Khali (الربع الخالي) si mostra a noi con i suoi 650mila chilometri di dune: non esistono ancora mappe geografiche in grado di tracciare tutto il territorio; ogni metro sotto i nostri piedi è simile all’altro eppure, a ogni soffio di vento caldo, continuamente mutevole. Forse solo gli zoccoli dei cammelli, su cui i Beduini lo attraversano da tempo immemore, sono in grado di “mappare” questo luogo al confine tra Oman, Yemen, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.
La formazione desertica vede la sua origine oltre 900 milioni di anni fa, in un’area geografica che oggi potremmo indicare come la zona centro-occidentale della penisola arabica. Qui, rocce granitiche come il quarzo sono state per millenni accarezzate dai venti che, a poco a poco, le hanno erose fino a trasformarle in minuscoli granelli che oggi formano dune alte anche 250 metri. Il panorama ci lascia senza fiato: è caratterizzato dal colore rossastro dato dal feldspato che “tinge” romanticamente le dune.

Esplorando questo vasto “tappeto sabbioso”, che copre ben l’82% del sultanato dell’Oman rendendo il Rub’ al-Khali il secondo deserto al mondo dopo il Sahara, ci imbattiamo in spianate di ghiaia e gesso da dove possiamo ammirare le bellissime formazioni cristalline conosciute anche come “rose del deserto”.
Spingendoci a nord raggiungiamo gli spazi paludosi alimentati dai wadi che scendono dalle montagne.
L’Unesco ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità la rete di canali denominati falaj poiché essi rappresentano il sistema di irrigazione più antico al mondo.
Da un beduino scopriamo che il “Grande Vuoto” o “Quarto Vuoto” è chiamato così poiché rappresenta la quarta parte dell’universo secondo il Corano: si racconta infatti che quando Allah decise di suddividere l’universo in mare, cielo e terra l’ultimo spazio rimase incompleto e arido.
Affascinati da questa storia, ci fermiamo a riposare in una tenda per sorseggiare del tè speziato con la promessa di farci raccontare al più presto altre leggende di questo territorio meraviglioso.
